La mia avventura nel mondo radioamatoriale nasce sin dal 1983, all’età di 6 anni. Leggendo una storia su un “Topolino”, dal titolo “Paperinik e la guerra dei megacicli”, rimango affascinato dall’idea che le Giovani Marmotte avessero una radio all’interno di una casa su un albero e potessero così farsi ascoltare in tutto il circondario! In cucina all’epoca avevamo la radio rossa della Brionvega (oggetto-culto del design anni ’70) e il fatto che nella banda AM (onde medie) comparissero all’improvviso delle radio lontanissime al tramonto, era una cosa che agli occhi di un bambino appariva quasi come una magia proveniente dallo spazio! Ad agosto del 1984 ho fatto un giro completo della Gran Bretagna con alcuni parenti in camper, sui quali era installato un “Baracchino CB”. Era bellissimo che la voce si potesse sentire in un determinato raggio di azione e comunicare in modo bilaterale, così successivamente più volte ho chiesto ai miei genitori di comprarmi dei walkie-talkie che però mi davano pochissima soddisfazione: essendo di natura molto solitaria finivo sempre per parlare da solo (la copertura dei walkie-talkie infatti è limitata a pochissimi metri, ed era pressochè impossibile imbattersi in altre comunicazioni. Saltuariamente ascoltavo qualche CB o Radioamatore che capitava su quei canali, però ovviamente lui non ascoltava me data l’esigua potenza di trasmissione).

Negli anni che seguono osservo con crescente interesse mio zio che parla con il CB, ma sono ancora piccolo per poter parlare e ottenere l’autorizzazione dalla Questura e dalle Poste. Il ricordo che ho di quel periodo (parliamo del 1986-1987-1988-1989) sono le camminate in centro a Novara con mio padre, in cui lo faccio fermare ogni volta davanti ad un noto negozio di Corso Cavour (chiuso da tempo, ahimè), per vedere gli apparati radioamatoriali in vendita e sognare un giorno di possederne uno. Un giorno in una libreria di Novara per puro caso scopro che esiste una sezione dedicata alla radio! Da lì in poi compro così una mole notevole di libri dedicati al mondo del radiantismo (in pratica tutte le collane di ogni casa editrice disponibili all’epoca, ne ho veramente tanti!).

In occasione del superamento dell’esame di terza media (1990) ottengo in regalo il ricevitore ICF-SW-7600 della Sony (ancora custodito, vedi foto sottostante). Fino a quel momento avevo sentito parlare di Onde Lunghe e Corte su tutti i volumi che avevo letto, ma non avevo proprio idea nè delle trasmissioni broadcast regionali estere nè della loro modulazione e propagazione.

Si apre un mondo bellissimo, notti intere ad ascoltare con il mio piccolo ricevitore le radio di tutto il mondo in onde corte, e l’invio di QSL cartacee via posta di conferma di ricezione. In occasione di alcuni viaggi in Scozia e Inghilterra, tra il 1991 e 1992, porto dietro il mio ricevitore ICF-SW-7600 e riesco a sentire la Rai in tutti i suoi servizi per l’estero (sia il programma europeo per gli italiani all’estero, diffuso alle 17 in onde corte da Prato Smeraldo su 5.990 Khz, 7.290 Khz e 9.575 Khz che quello diffuso da Radio Luxembourg alle 18.30 sui 1.440 Khz,  e di notte Radio 1 da Milano Siziano su 900 Khz e Radio 2 da Roma Santa Palomba sugli 846 Khz). Inoltre ricordo anche un servizio per gli italiani di una stazione radio in onde medie da Colonia (Germania), nel tardo pomeriggio. Successivamente acquisto anche il WRTH, ovvero la famosa “Bibbia del radioascolto”, un manuale con frequenze ed orari che non poteva mancare per un appassionato SWL e che costituisce ancora oggi un oggetto cult di quell’epoca. Inoltre entro a far parte di alcune famose associazioni italiane di radioascolto, ricevendo periodicamente le varie newsletter fotocopiate e scritte ancora a macchina (o un primordiale programma di editing testuale Dos).

Stiamo chiaramente parlando di un mondo appena precedente la comparsa di Internet (che entrerà progressivamente nella vita 6-7 anni dopo), in cui per un italiano all’estero l’unica fonte di informazione era rappresentata dai giornali quotidiani (che spesso arrivavano con un giorno di ritardo) e in casi fortunati il soggiorno in alberghi dove era presente una parabola (da cui il più delle volte si vedeva solo Rai Uno, all’epoca in analogico dal satellite Olympus e poi Astra 19,2° Est). Sono inoltre gli ultimi due anni di vita dell’U.R.R.S., e quindi ancora sopravvivono per qualche mese i vagiti dei programmi in lingua italofona in onde corte di numerose emittenti oltrecortina, che rappresentano senza dubbio il radioascolto più interessante sia per la forma che per il contenuto.

Conservo una bellissima QSL inviata da Radio Mosca, in cui si dichiara la lettura del mio rapporto di ascolto il giorno 26.12.1991, curiosamente proprio il giorno che viene usato in modo convenzionale per indicare la fine dell’U.R.R.S. (il Soviet delle Repubbliche del Soviet Supremo dell’U.R.S.S. ratificò le decisioni del presidente dimissionario e dissolse formalmente l’U.R.S.S.). Una incredibile coincidenza!

Nell’estate del 1991 ho autocostruito seguendo alcune indicazioni presenti sui numerosi libri che avevo letto una sorta di “centro ricevente” sul prato della mia abitazione montana in Valsesia. Avevo la grande fortuna di avere a disposizione un terreno 50 metri x 50 metri, seppure leggermente in discesa, dove piazzare antenne, isolatori e dipoli filari.

La foto ritrae queste 4 antenne tarate per ricevere le comunicazioni broadcast in AM sulle onde corte. Due filari (per i 41 metri e per i 19 metri) e due antenne a croce (di cui una in direzione E/O e una N/S). Il tutto confluiva in una matrice di commutazione con un cavo coassiale lungo circa 30 metri che raggiunveva il mio Sony ICF-SW-7600. Una cosa molto “acerba” e “primordiale”, che farà un pò rizzare i capelli ai radiotecnici di professione, ma che funzionava perfettamente ed era una grande soddisfazione per i miei soli 14 anni di età! Dal mio QTH in Valsesia riuscivo ad ascoltare debolmente in pieno giorno persino i 189 Khz in onda lunga di Radio 2 Rai, che diffondevano alle 12.10 il Gr. Regionale Siciliano. A Natale del 1992 arriva la grande sorpresa: mio zio mi regala un baracchino CB (precisamente un INTEK FM-548 SX), un alimentatore Zetagi e un’antenna per balcone Sigma (tipo boomerang). Lo vedete nella foto qui sotto, ancora intatto…ora come allora!

Nonostante possa affermare con orgoglio di essere stato un bambino molto fortunato e di aver ricevuto sempre ogni ben di Dio in regalo per i miei compleanni e ricorrenze, non esagero a dire che forse quello sia stato il regalo emotivamente più bello, perchè desiderato da davvero tanto tempo. Dal punto di vista sociale ha avuto un’importanza direi determinante per tutti gli anni successivi:
senza questo baracchino CB la mia adolescenza sarebbe stata molto diversa, chiusa in casa e con la testa perennemente chinata sui libri e sulle versioni di Latino. Se sono stato in qualche modo “salvato” da un isolamento che oggi potremmo paragonare a quello dei giapponesi Hikikomori, lo devo solo a questa storia.

Non vedevo l’ora di cominciare a trasmettere, ma ancora non avevo l’autorizzazione e quindi non potevo! I primi giorni e le prime serate sentivo su diversi canali (tra i 40 della CB) tantissimi QSO (eravamo nel 1992/1993, periodo ultimo “colpo di coda” della grande epopea della CB degli anni ’70-’80…quindi ancora c’era una buona affluenza nella banda), anche di diversi giovanissimi e coetanei. Era questa la cosa più interessante: c’erano persone della mia stessa età, che non conoscevo, che parlavano tra loro. Eravamo in un periodo pre-cellulare, pre-internet, pre-social…potete immaginare alle orecchie di un quindicenne introverso il fascino di tutto ciò!

Appena è arrivata la concessione, circa un mese e mezzo dopo, ho cominciato a farmi conoscere nella CB di Novara, con il nome CB Chicco (Chicco era il nome con cui mi chiamavano i parenti, diminutivo di Federico). Ho un ricordo distinto degli anni 1993-1994-1995, fatti di pomeriggi e serate attaccato al baracchino, e “verticali” (si chiamano in gergo così gli incontri di persona tra CB). Nel giro di pochissimi mesi sono entrato in contatto e conoscenza di tantissime persone della mia città, e sono nate alcune amicizie ancora in corso. Ho ancora tutti i log conservati in cantina con nominativi, frequenze ed orari! Per certi versi il “verticale” è stato un precursore di quello che poi sarebbe diventato il social dating e in parte la normalità nella vita online attuale, ma con la variante non da poco dell’incontro “al buio”: già, perchè non c’erano foto da scambiarsi! Trovarsi di fronte in carne e ossa la “voce” che avevi sentito e immaginato alla radio per giorni e giorni, aveva un fascino inappagabile che poteva sapere di proibito, di trasgressivo e per certi versi anche malizioso.

Il passo successivo è stato l’antenna sul tetto, ed ho fatto installare una Sigma Mantova Turbo (il top dell’epoca per i CB). Con questo “upgrade” il raggio di ricezione e trasmissione si è ampliato notevolmente, fino a 50-60 km. I Qso con vercellese e biellese erano diventati una cosa alla portata quotidiana della stazione, con segnaloni 9+30.

Ed eccola, nella foto, la famosa “Mantova Turbo” dell’epoca (foto 1993), con installata sul palo anche una parabola per ricevere il satellite Astra 19° Est.

Ho proseguito a parlare con il CB sulla 27 Mhz fino al 1996…ma progressivamente sempre meno. L’acquisto del primo GSM nell’Agosto 1996 ha purtroppo determinato, come in tanti altri, un primo distacco dal mondo delle trasmissioni bilaterali. Il cellulare prima e Internet dopo, hanno segnato inesorabilmente anche per questo hobby un giro di boa. In quell’anno però ho fatto richiesta ufficiale di SWL e ottenuto l’autorizzazione, per l’ascolto delle HF.

Da quel momento in poi ho acquistato alcuni ricevitori per HF, tra cui lo splendido Icom ICR-72, e installato un’antenna discone sul tetto. Lo vedete nella foto qui sotto del 2001, insieme al ricevitore Yaesu VR-5000, e in un primo piano successivo del 2009.

In quel periodo la passione per le trasmissioni radioamatoriali è passata purtroppo in ultimo piano, erano gli anni delle mie prime serate nei locali ed ero preso principalmente dalla musica e dal mondo dei DJ Set, che ha finito purtroppo per offuscare in modo esagerato questo bellissimo hobby. Al massimo ascoltavo le radio broadcast in onde corte, nei ritagli di tempo, e inviavo QSL. Avevo però sempre in sospeso l’obiettivo di studiare per prendere la patente da Radioamatore!

Tale conseguimento arriverà solo a fine 2009, dopo un corso all’Ari di Novara e un’estate a studiare in modo talmente incessante sui testi d’esame da mettere a dura prova la mia relazione dell’epoca.

Ho passato la prova all’ispettorato di Torino al primo colpo, e mi hanno attribuito il nominativo IZ1SAI. Da allora sono regolarmente iscritto all’ARI Associazione Radioamatori Italiani, sez. di Novara.

Il congelamento di quasi 15 anni di trasmissioni (1996-2009) si è magicamente concluso, ed è ricominciato come prima (e forse più di prima) il mio interesse immutato verso questo mondo di sperimentazione. Appena sono andato a vivere da solo, la prima cosa che ho fatto installare è stata un’antenna sul tetto “Canna da pesca” a solo utilizzo ricevente (infatti non ero ancora operativo come OM e usavo l’ICR-72 per ricevere le onde corte). Sotto vedete anche una parabola specifica per ricevere Astra 28,2° Est (ovvero i canali britannici).  

La foto sopra ritrae la prima “release” della mia stazione da radioamatore del 2010, con il Kenwood TS-2000 e il palmare Kenwood TH-F7. Da allora di upgrade ne sono avvenuti…fino ad arrivare alla mia stazione attuale, descritta nel capitolo successivo.